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Un'intervista a
Faso (Biba Band)

 

 

Intervista a Faso (Biba Band):
by Le Fave Romane

La Biba Band è un “supergruppo” che nasce nei primi anni ’90. Alcuni noti musicisti italiani, tutti grandi amanti della musica di Joe Zawinul e dei suoi Weather Report, in un bel giorno d’estate decisero di formare una “cover band” in grado di suonare i brani del “Bollettino meteorologico”.
Purtroppo la Biba si esibisce raramente, per la difficoltà di conciliare gli impegni “ufficiali” dei suoi membri, ma quando si riunisce sul palco sa offrire uno spettacolo di grande intensità, costituito di musica suonata con grande passione e con altrettanta perizia tecnica.

E’ stata fondata da Faso, bassista degli Elio e le Storie Tese, e da Paolo Costa, bassista anch’egli, collaboratore di molti artisti italiani tra cui Franco Battiato, Claudio Baglioni e Renato Zero.
Doveva rimanere in vita per due sole serate, ma in quelle due serate suonò talmente bene, ed ebbe un tale successo, che i suoi membri decisero di farla sopravvivere.
Come racconta lo stesso Faso, «...Il progetto Biba nasce sul bagnasciuga della spiaggia di Procchio, all'isola d'Elba, con queste persone nell'acqua fino alle ginocchia, anzi fino al “popparuolo”: Paolo Costa, io, Max Furian e Alex Baroni (molto prima del successo di Sanremo come cantante solista).

Tamburellando sull'acqua diciamo: "che bello sarebbe fare un gruppo che suona i pezzi dei Weather Report, quelli belli, che sono anche tanto difficili!" E non è stato difficile in realtà coinvolgere altri musicisti, perché i nostri amici, i musicisti dell'area milanese soprattutto, sono sempre stati tutti grandi fan dei Weather Report; tra l'altro ne abbiamo scoperti altri che non sapevamo lo fossero.

Inizialmente la band doveva esistere soltanto per uno show, una doppia serata: due giorni di esibizione al Tangram di Milano come tributo ai Weather Report, punto e basta. Così abbiamo fatto tre o quattro giorni di prove fidandoci molto l'uno dell'altro e del lavoro a casa che ognuno sarebbe stato in grado di realizzare, perché non c'era il tempo di fare 15 giorni di prove. Quindi abbiamo scelto i pezzi: "facciamo Black Market"; ok, io saprò il basso per quel giorno lì, auspico che il batterista sappia la batteria e il sassofonista sappia il tema e così…
E così è stato: siamo arrivati, eravamo tutti preparati ed abbiamo fatto due serate bellissime con una bolgia di persone! Per questo motivo abbiamo detto: "forse tutto questo lavoro, questo impegno, vale la pena di sfruttarli". Siamo riusciti poi a suonare circa una volta all'anno, che è meglio che non suonare mai! Con una band di difficile reclutamento, direi.»


Biba Band 1994 - Da sin in piedi: C. Pascoli, E. Cremonesi, D. Comoglio, D. Morselli, P. Costa, A. Baroni, Elio e Faso. Seduti: Naco, S. De Maco, C. Meyer, M. Furian. (photo by
Paolo Costa)

E insomma la Biba Band era nata, e la prima, sfolgorante esibizione aveva convinto i componenti della band a portare avanti l’avventura. A quel punto si poneva il problema di quale repertorio scegliere, e soprattutto come affrontarlo: fare delle cover identiche agli originali, o mettere nell’operazione un po' di sana creatività? Venne scelta la seconda ipotesi. Faso spiega perché: «Ci siamo accorti che fare le cover pure era una rottura di balle, di cui ti accorgevi un po' dopo rispetto a quando fai le cover dei Simply Red. Quando sei nel locale e fai le cover dei Simply Red, alla terza serata dici "che du' balle 'sto pezzo qua!"; quando suoni quelle dei Weather Report ci vogliono tre anni per romperti i marroni! Però dopo un po' rifare le cose così, pedissequamente, non portava da nessuna parte. Allora abbiamo cominciato a scegliere tra questi brani quelli che erano più interpretabili, nello spirito Weather Report, che è quello - almeno, secondo me - di avere un tema e di improvvisare delle atmosfere intorno a quel tema, piuttosto che fare degli assoli o dei virtuosismi. Pur essendo tutti dei grandi solisti i Weather Report non hanno mai fatto dei grandi soli. Ne facciamo forse più noi con Elio e le Storie Tese, ma anche con la Biba Band.

Zawinul dice una bella frase riguardo al modo di suonare dei Weather Report: "never in solo, always in solo": sempre improvvisando, ma mai facendo un solo o mai improvvisando del tutto; una tecnica molto bella ma anche un po' difficile, bisogna essere musicisti maturi. In quartetto o in quintetto si può applicare meglio; quando stan suonando 12 persone a volte è un puttanaio!»

«Fortunatamente tra di noi c'è molta intesa. Suonando con due bassi e due batterie, appena uno suona un po' di più diventa un casino. Ma di solito i bassi e le batterie, essendo abituati mentalmente ad accompagnare gli altri, sentendosi suonare in quattro e non in due hanno sempre tentato di rarefarsi il più possibile, mentre ogni tanto c'è stato qualche solo infinito e noi della ritmica ci siamo incazzati! Perché quello che va avanti per far vedere che fa le robe veloci non lo vogliamo! E' nato un nuovo approccio: poche cose, però più sensate, che diano più sensazioni, diverse da "guarda come sono bravo!"...»


Biba Band - Da sin: S. Bollani, Elio, Pi Costa.
(photo by
Paolo Costa)

Beh, abbiamo scoperto come è nata la Biba Band, come si è evoluta e come ha scelto il repertorio dei Weather Report da affrontare. Tutti i membri del gruppo sono appassionati estimatori della musica di Zawinul, chi più chi meno; il nostro interlocutore Faso ci racconta cosa ama di più dello stile compositivo del musicista austriaco, e quali aspetti della musica dei Weather lo hanno influenzato di più nella sua formazione musicale. Naturalmente, essendo Faso un bassista, «Jaco Pastorius ha influenzato la prima parte della mia vita in una maniera impressionante, anche fuorviandomi, perché suonare il basso "alla Jaco" funziona bene nei Weather Report. Se ti chiama Pierangelo Bertoli a suonare "Spunta la luna dal monte" e tu fai Jaco, fai la figura del cretino.
Purtroppo c’è stata una fase della mia vita in cui ero così, e quindi ho perso un po' di tempo, però ho anche imparato tante cose. Quando ho recuperato tutto quel tempo perso avevo però anche tutto lo "Jachismo" nella mente, che mi ha aiutato molto, soprattutto come senso ritmico.

Joe Zawinul è un compositore geniale e un solista superiore; trovo che faccia dei soli pazzeschi, bellissimi, lo amo perché utilizza dei suoni di tastiere che normalmente tutti i tastieristi scarterebbero. Lui usa tastiere vecchissime, con dei suoni che presi da soli sembrano brutti, ma nel contesto in cui lui li inserisce, creano sempre magia.
In tutti i concerti che ho visto di Zawinul, da quando era nei Weather Report all'ultima Electric Band, ha sempre creato il momento dell'improvvisazione, un duo con un artista che in quel momento era sul palco. Il duo Joe Zawinul - Wayne Shorter nei Weather Report è una delle cose più belle che io abbia mai visto. Sostanzialmente Zawinul suona un'orchestra, e Shorter improvvisa, e improvvisano tutti e due. E queste sono cose incredibili secondo me. Anche le ultime. Certo, per me che sono un grande amante dei Weather Report vedere Joe Zawinul e Wayne Shorter è il massimo; comunque la cosa più incredibile è che Zawinul mi ha influenzato moltissimo come bassista. Zawinul suona tantissimo i bassi con le tastiere, dei bassi “finti”, e le sue linee di basso secondo me sono pazzesche!
Mi sono tirato giù un sacco di roba che lui fa, al basso! Fa ridere ma è così, Zawinul è un grande bassista! Oltre ad essere un grande musicista…»


Compleanno Zawinul a Villa Arconati (VA) - Da sin:
Faso, Zawinul, Feiez, Pi Costa. (photo by
Paolo Costa)

Ma, come è stato già detto, tutti i membri della Biba Band sono cultori dei Weather Report. Faso e Paolo Costa, a giudicare da ciò che ci ha raccontato il bassista degli Elio e le Storie Tese, conoscono tutti gli album del gruppo di Zawinul nota per nota; ciò li ha portati naturalmente a diventare un punto di riferimento per gli altri musicisti della Biba Band. Comunque «la passione per i Weather Report ce l'avevano quasi tutti; si va dai supercultori che hanno tutta la discografia a quelli che hanno due o tre dischi. Però i componenti della Biba sono dei conoscitori dei Weather Report, e alcuni hanno apprezzato cose che non conoscevano frequentando gli appassionati più estremi!
Siamo tanti: io, Paolo Costa, Max Furian; Jantoman (tastierista degli Elio e le Storie Tese) è un superconoscitore dei Weather Report, Feiez (sassofonista degli Elio e le Storie Tese, scomparso nel 1998) era un supercultore dei Weather Report… Facevamo degli ascolti in macchina! Delle robe… Morivamo dal ridere sui suoni di Zawinul! Facevamo avanti e indietro col cd, dicendo: "senti, senti qua!" E morivamo dal ridere, ci facevano impazzire le sue idee… ogni tanto mette dentro dei suoni impensabili! Chissà dove li va a prendere!
Io ho tutto un giro di amici supercultori dei Weather Report; fin da quando eravamo ragazzi, 13, 14 anni, ascoltavamo delle robe che automaticamente ci emarginavano dal contatto con le donne. Perché tutti sentivano gli Wham e noi sentivamo i Weather Report e i Genesis e gli Yes! A casa dicevamo: "ah, senti qua!"… Dei dischi impensabili!»

Prima di salutarci Faso si infervora. Problema comune di chi ascolta musica un po' più sofisticata di quella trasmessa dalle orribili radio italiane e quello di essere guardato come un marziano… «Se arrivava qualcuno, una ragazza… dico una ragazza perché l'80% delle ragazze giovani, mi spiace dirlo, sente delle puttanate! Quando ero giovane le mie coetanee ascoltavano Baglioni, De André, Venditti, Guccini… che barba! Voglio aggiungere: che barba! Senza mancare di rispetto agli artisti, ma che barba! La musica strumentale era considerata una bestemmia: "Ma come, non c'è nessuno che canta… e parla d'amore? Che senso ha questa musica allora? Non sento parole d'amore, non mi posso commuovere!" Io rifuggo quelli che dicono: "Ah, questa musica qua… no, no, è brutta!" Cosa dici: "è brutta"? Sei scemo? Come fai a dire che è brutta? E’ impossibile che sia brutta! Ci saran mica milioni di pazzi… Tutte le cose le devi assaggiare! Se ti metto lì un gusto e dico: "guarda, questo gelato è al prozbo", tu dici: "no, non mi piace." Assaggialo prima di dirlo! Nella musica è più o meno la stessa cosa! Il disco purtroppo non lo puoi assaggiare in una volta sola, perché non è un gusto istantaneo, una nota: pin! "bella 'sta nota!" Bisogna avere il tempo di acquisirlo… Io ho scoperto i Weather Report al liceo, facendo le tavole di disegno per fine anno; avevo comprato un disco dei Weather Report, per imitare uno che conoscevo che ce li aveva; ascoltandolo a casa ho detto: "Questa roba è un po' difficile!" Io ascoltavo i Deep Purple, i Genesis, gli Yes, e quella dei Weather Report mi sembrava musica un po' complessa. E allora l'ho lasciato lì. Poi disegnando non sapevo più cosa ascoltare, e ho messo su a ripetizione anche questo disco dei Weather Report (era "Mr. Gone"). E ho cominciato a trovare un paio di pezzi pazzeschi. E poi ho cominciato a trovarli tutti pazzeschi! Alla fine ho detto: "ma questa qui è una figata incredibile!" Voglio di più! Bellissimo... Suonavo, ero agli inizi… Erano un paio di annetti. Avevo 14, 13 anni… poi sono arrivati gli Elio e le Storie Tese ed è cominciato tutto.»

 

La Biba Band è in concerto il 17 - 18 e 19 febbraio a Cassano d'Adda (MI):

 

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