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Brian
Glasser
"In
A Silent Way"
La
prima biografia di Joe Zawinul
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In
A Silent Way - Un ritratto di Joe Zawinul
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"In
A Silent Way" è la prima biografia completa di Joe
Zawinul. Disponibile per ora soltanto in Inglese,
sarà rilasciata il prossimo 23 Febbraio 2001 dalla
casa editrice britannica Sanctuary Publishing.
Si tratta senz'altro di un'opera molto ben fatta, sotto
tutti i punti di vista; anche l'aspetto estetico non
è trascurato, il libro infatti sfoggia una copertina
rigida, un'impaginazione ben curata e contiene alcune
interessantissime foto al suo interno.
Brian Glasser, l'autore, è un giornalista molto noto
nell'ambiente musicale europeo, il quale si è basato
per la realizzazione di "In A Silent Way" soprattutto su
materiale raccolto personalmente in numerosissime interviste
non soltanto a Joe Zawinul, ma a molti degli artisti che lo
hanno accompagnato nella sua lunga e invidiabile carriera, a
cominciare dai suoi amici d'infanzia austriaci (uno dei
quali è poi stato eletto presidente dell'Austria),
fino ai suoi primi compagni d'arte dapprima in Austria
(durante il periodo delle sue prime performances jazzistiche
negli Austrian All Stars) e successivamente negli Stati
Uniti, fino alle recentissime collaborazioni nell'ambito dei
Zawinul Syndicate e non solo.
Nonostante la lettura possa risultare non proprio
scorrevolissima per chi non conosce bene l'Inglese, bisogna
dire che questo è un libro che tutti i veri
ammiratori di Joe Zawinul non possono non avere. Attraverso
mille racconti, particolari, aneddoti, dichiarazioni dello
stesso Zawinul, è possibile terminare la sua lettura
avendo a disposizione un quadro senz'altro più
preciso della personalità, senza dubbio molto
complessa e tutto sommato non facile, di questo grande uomo
e musicista, l'unico europeo forse ad aver segnato
indelebilmente la storia del jazz.
Desideriamo
ringraziare Chris Bradford, della Sanctuary
Publishing,
che ci ha inviato una copia gratuita del libro e ci ha
autorizzati a pubblicarne alcuni estratti, che per nostra
decisione abbiamo voluto fossero focalizzati soprattutto sul
periodo dei Weather Report.
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La
genesi dei Weather Report
Joe
Zawinul:
"Decidemmo che dovevamo avere un management fantastico,
perché la qualità della musica era molto alta,
allora prendemmo Sid Bernstein, lo stesso che portò i
Beatles in America. Poi andai immediatamente da Clive Davis
[il presidente della CBS] ed ottenemmo un
super-contratto. Non il massimo possibile, ma buono per
l'epoca.". Apparentemente, Davis non ascoltò mai il
nastro dimostrativo.
Dato
che gli ultimi tre album solisti di Zawinul erano stati
registrati dalla Atlantic con Joel Dorn, questa etichetta
potrebbe essere sembrata una scelta più ovvia, ma
Dorn sorprendentemente ha pochi dispiaceri circa il
cambiamento, e certamente nessuna rimostranza: "Quando
lavoravamo su Zawinul, Joe mi disse dei Weather Report e che
stava passando alla Columbia. Fu e non fu una delusione per
la Atlantic. Per essere onesto, sapevo che Joe era un grande
artista jazz, e che Zawinul era un'incisione importante, ma
non sempre sai quali sono le intenzioni di tutti, quindi
mentre io avrei avuto piacere a continuare il lavoro con
Joe, lui puntò su qualche altro posto, e così
è andata. Atlantic non fu mai sul punto di firmare un
contratto con i Weather Report. Penso che Joe volesse andare
alla Columbia probabilmente perché avevano Miles, e
all'epoca c'erano certi artisti che ingaggiai a cui ero
molto vicino personalmente, [
] ma Joe ed io
non avevamo una relazione molto personale. Sapevo che era un
musicista di grandissimo talento, e volevo lavorare con lui,
ma non è che fossimo consanguinei o cosa. Avemmo una
relazione simpatica, facemmo tre album insieme, ma lui era
orientato altrove.
Il passo successivo era trovare un nome per la nuova
entità. "Pensammo che il Wayne Shorter-Joe Zawinul
Quintet sembrasse ridicolo, allora eravamo nel mio
appartamento a New York, Miroslav, Wayne ed io, e cercavamo
di trovare un nome che dicesse qualcosa alla gente,
specialmente che la gente avesse sempre in mente. Stavamo
pensando a qualcosa come Daily News, ma non suonava bene.
Centinaia di nomi, Audience, Triumvirate, di tutti i tipi.
All'improvviso, Wayne sparò fuori 'Weather Report', e
tutti dicemmo: 'è questo!'. Questa è la cosa
divertente".
Commenti
sull'album Tale Spinnin'
L'approccio
di Zawinul al modo di registrare che aveva appreso da Miles
su Bitches Brew si fece prossimo in questo album più
che in ogni altro. Concepito e prodotto in assenza di una
band definita per il lavoro dal vivo, non sorprende il fatto
che Tale Spinnin' sia stato l'album del gruppo più
orientato allo studio.
Alcune sezioni furono registrate in studio dal mago del
sintetizzatore Bob Margouleff e Malcom Cecil, che aveva
diretto la tecnologia di Stevie Wonder nei suoi album di
grande successo degli anni '70. Come lo stesso Zawinul disse
circa questo periodo, "Sono un costruttore, anche. Se fai
un'incisione, fai un'incisione. Se vai in tourneé,
è un'altra cosa".
L'abilità era quella di costruire qualcosa di
misurato e complesso, senza sacrificare la
spontaneità. Come racconta Ndogu, "Non c'era molto
dialogo riguardo a quello che stavano cercando di fare
musicalmente. Semplicemente andavamo in studio e iniziavamo
a suonare, e loro facevano partire il nastro, oppure mi
davano una bozza del pezzo, lunga otto righe al massimo o
qualcosa del genere. Mi ricordavano molto il modo di suonare
con Miles e Herbie e Alice Coltrane, perché in quelle
situazioni non c'era molto dialogo. In confronto, Santana
era molto più strettamente controllato. C'erano solo
un paio di brevi momenti in cui potevi improvvisare qualcosa
in un concerto di Santana, un paio di momenti in due ore di
concerto! Con i Weather Report, semplicemente suonavi con
gli altri, e questa è la visione complessiva di
questo album".
Johnson appoggia questa opinione: "C'era molta
libertà nel modo in cui eravamo messi insieme. Questo
è una parte di ciò che rendeva questa musica
così speciale. Semplicemente lasciavano partire il
nastro e il pezzo partiva immediatamente dalla prima nota.
Successivamente Joe e Wayne esaminavano il nastro e facevano
degli aggiustamenti. Allora, quello che potevamo aver fatto
alla metà del pezzo o quello che avevamo fatto
immediatamente dopo l'introduzione, avrebbe potuto essere
spostato in un punto migliore. Qualsiasi tema che scrivevano
sarebbe stato revisionato. Joe avrebbe potuto pensare
'questo potrebbe essere bello in questo punto', e più
tardi avrebbe potuto decidere: 'no, penso di volerlo qui'.
Questo è il modo con cui lavoravanto. E' un modo
fantastico di lavorare, veramente!
Joe
Zawinul ricorda il suo primo incontro con
Jaco...
"Suonammo
a Miami, non un buon concerto, quella era la situazione.
Avevo scritto dei pezzi che richiedevano due batteristi,
come 'Nubian Sundance'. Il ritmo era molto difficile. Un
unico batterista non ce l'avrebbe fatta perché
suonavamo a lungo, dai dieci ai venti minuti, in un tempo
molto veloce per il batterista. Il pezzo in sé stesso
non era veloce, ma il ritmo era in doppio tempo e richiedeva
due batteristi, quindi stavo cercando un batterista che
possibilmente fosse stato in grado di fare questo.
Slide Hampton mi parlò di un batterista che aveva
suonato con lui, non voglio dire il suo nome, ed io - dovete
immaginare, eravamo a Miami - lo feci volare dall'Europa a
Miami appositamente per un'audizione, ed era quella notte in
cui suonammo in questo teatro di Miami, tutto esaurito.
Ma io ero molto arrabbiato perché, nonostante il
batterista fosse un Africano, scoprii, quando si trovava
già sull'aereo, che aveva vissuto in Svizzera
già da 15 anni. Quando mi resi conto che un Africano
viveva in Svizzera da 15 anni, compresi che non sarebbe
stato capace di suonare la nostra musica. Non ho nulla
contro la Svizzera, ma ci sono certi elementi nella vita;
quando qualcuno si adatta ad essi, allora anche lui è
diventato così. Arrivò, e alla prima prova,
quando ci sentì suonare, era molto nervoso. Tremava
tanto che le bacchette della batteria gli caddero dalle
mani. Avevamo speso un sacco di soldi per farlo arrivare, e
naturalmente lo pagammo. Dopo il concerto, uscii fuori a
dare una mano. Avevamo un grosso camion per gli strumenti,
ed aiutai l'autista ad uscire dal passaggio che si trovava
dietro al teatro. Quindi mi trovavo lì con due
signore, una era una giornalista dei Miami Herald e l'altra
faceva parte dell'organizzazione. Ero lì, irritato
della situazione, senza un batterista, senza i due
batteristi per lo show successivo, e improvvisamente
arrivò questo ragazzo dall'aspetto strano, che
camminava un po' curvo, totalmente strano, e mi disse:
"Signor Zawinul, amo veramente la sua musica, mio padre era
un grande ammiratore di Cannonball, ed io sono un grande
ammiratore di Cannonball". Ma io non ero proprio dell'umore
adatto. Gli risposi: "Davvero? Cos'altro?". "Oh, sì,
tra parentesi, il mio nome è John Francis Pastorius
III, e sono il più grande bassista del mondo". E non
vorrei dirlo, ma gli dissi: "Và a farti fottere da
qualche altra parte!". Sai, ero veramente arrabbiato, e non
volevo ascoltare un qualsiasi idiota che venisse da me a
dirmi cose del genere! Solitamente, quando dico una cosa
simile a qualcuno, lui semplicemente se ne va, ma lui se ne
stette lì e mi veniva da ridere perché mi
guardava con quegli occhi così afflitti, sai. E la
giornalista mi spingeva e mi disse: "Senti, lui è un
po' stravagante ma è un genio come bassista". Allora
gli dissi: "Senti, vieni in hotel domani e parleremo. Porta
un nastro o qualcosa di simile".
"E allora il giorno dopo fece un salto, portava gli
occhiali, molto garbato e ben vestito, assieme a suo
fratello, Gregory, che è anche lui un grande artista.
Mi fece ascoltare quello che aveva portato, e in qualche
modo mi impressionò. Ma all'epoca avevamo un super
bassista, Alphonso Johnson, quindi non c'era motivo per me
di fare dei cambiamenti. Comunque, mi mandava una lettera
ogni settimana, scritta come se fosse stampata - aveva una
calligrafia fenomenale.
Alex
Acuna parla di "Heavy Weather"
Quando
i Weather Report facevano un album, i pezzi che avevamo
erano a volte completi, altre volte incompleti, quindi
dovevamo trovare gli altri pezzi del puzzle per metterli
insieme; per far sì che il pezzo funzionasse, per
renderlo piacevole, contemporaneo, senza vergognarsi del
fatto che fosse contemporaneo, anche. Abbiamo provato prima
di andare in studio, ed ogni volta che provavamo tentavamo
approcci differenti. A volte suonavamo un pezzo per circa
un'ora, senza sosta, e in quest'ora provavo forse dieci
diversi arrangiamenti ritmici. Si stava sempre cercando
quello che fosse realmente buono, per cui la musica
scorresse facilmente. Poteva arrivare da uno qualsiasi dei
musicisti, ma per quanto riguarda "Birdland" fui io a
trovare il tempo giusto.
E sinceramente - devo essere onesto - per me, "Birdland"
è il pezzo peggiore dell'album! Per me,
personalmente, certo, perché non mi trovo a mio agio
col rock. Per me, questa è sempre stata una musica
troppo semplice. Penso che il mio pezzo preferito sia
"Havona". Così, per me, è come ho sempre
voluto suonare, questo tipo di conversazione. Quando sento
questo pezzo, ho ancora i brividi. Tutto era improvvisato in
quel momento, quasi nessuna sovraincisione. Ed è
semplicemente un quartetto, Manolo [Badrena] era in
studio ma non ha suonato in questo pezzo. Questo è il
miglior tipo di musica che avessi sperato di suonare.
Quindi, mi piace "Birdland", è un'incredibile
sinfonia, e conosco un sacco di grandi musicisti che
l'amano, ma per me era veramente noioso, un ritmo troppo
ripetitivo. Ma è diventato uno dei pezzi più
grandi della nostra epoca!".
Lo stesso Zawinul tacitamente sembra essere d'accordo: "Cosa
possiamo dire su 'Birdland'? E' uno dei maggiori successi
della storia.".
Omar
Hakim ricorda la sua prima conversazione con Joe
Zawinul
"Seppi
che stava per chiamarmi perché la prima volta che
telefonò fu mia madre a prendere il messaggio per me,
e lei non sapeva chi era [Zawinul]. Questa fu la
cosa più divertente. Il messaggio che mi diede mia
madre era qualcosa del genere: 'Hai ricevuto una chiamata da
Los Angeles, da un tizio con un nome veramente strano che
inizia per Z, e lui ha detto qualcosa circa un bollettino
meteorologico
'. Io compresi immediatamente, e lo
richiamai subito. Parlammo un po', mi riferì di cosa
stava succedendo con Peter, ed io ne ero a conoscenza,
certamente, perché ero un ammiratore della band prima
di entrare a farvi parte. E parlammo un po' circa piani ed
intenzioni. Questo era circa sei settimane prima che
qualcosa accadesse. L'idea era quella di registrare un album
e fare un tour. Sarei stato interessato ad entrare nel
gruppo? Io dissi: 'Certo, mi piacerebbe'."
Omar
Hakim parla di Sportin' Life
Nonostante
i meriti musicali di Sportin' Life, i Weather Report non
stavano più ricevendo il livello di attenzione che
avevano avuto negli anni di Jaco Pastorius.
Hakim ne era dispiaciuto e attribuiva questo fenomeno al
cambiamento della cultura del business musicale negli anni
Ottanta: "Vorrei dire che Sportin' Life era probabilmente
l'album meglio assemblato dal punto di vista musicale che fu
realizzato quando ero con la band. Se il clima fosse stato
differente, avrebbe potuto essere un altro Heavy Weather in
termini di richiamo commerciale, poiché aveva pezzi
ritmici ed alcune melodie facilmente canticchiabili. Penso
che l'unica cosa che influenzò negativamente il
successo dell'album fu il clima di allora. Non credo che
fosse una questione relativa al pubblico, ma molto di
più dovuta alle case discografiche e ai fattori ai
quali prestavano maggiore attenzione all'epoca. Credo che
negli anni Ottanta stessimo assitendo ad una crescita di
massa delle vendite della musica pop. Stavano fondendo stili
di vita, moda e musica in un prodotto molto carino e
facilmente vendibile per il pubblico. L'attenzione non era
più puntata sulla musicalità, la
musicalità ed il senso della qualità artistica
semplicemente non erano una cosa importante. Negli anni
Settanta, anche gli artisti pop erano spesso degli ottimi
musicisti. Abbiamo avuto qualcuno di questi anche negli anni
Ottanta, ma in quel periodo le compagnie discografiche
dedicarono maggiore attenzione a ciò che poteva
vendere di più. E, certamente, il pubblico dei
Weather Report che li aveva seguiti e portati a maturazione,
probabilmente la loro attenzione si spostò; forse il
periodo sperimentale tra gli album 8:30 e Procession
spostò la loro attenzione, perché davvero,
Heavy Weather era uno di quei dischi che era la somma
perfetta di tutto quanto quello a cui avevano lavorato fino
a quel momento. Si può vedere come in Black Market
questo stesse già prendendo forma. E poi, boom!
Arriva Heavy Weather: melodia, ritmo, pezzi orecchiabili,
idee memorabili. Quello fu un momento incredibile per la
band. 8:30 prolungò un po' quel momento, ma poi la
band tornò di nuovo ad una musica sperimentale, di
nuovo all'esplorazione, e tutta la gente che avevano
attratto da Black Market a 8:30 si spostò altrove.
Quindi, al momento in cui entrai nei Weather Report,
l'attenzione in America si era totalmente spostata altrove,
mentre per qualche motivo c'era un grande interesse in
Europa, Regno Unito e Giappone. Mi sono accorto che i
concerti e la maggior parte di quello che facevamo era
basato in quei posti. C'era interesse in America, c'erano
dei fans ostinati che sapevano di me e Victor ed erano
interessati al fatto che fossimo entrati a far parte della
band, ma non c'èra più un interesse di massa.
E quando Sportin' Life uscì, la transizione era quasi
compiuta, lo stiamo capendo ora, ma per l'epoca era troppo
tardi, l'interesse se n'era andato via".
Maggiori
informazioni sul libro
IN
A SILENT WAY - JOE ZAWINUL
Brian Glasser
Data
di pubblicazione: Febbraio 2001
ISBN: 1 86074 246 7
Prezzo: 22 dollari USA (pari a Lit. 48.000 circa)
Formato: Libro con copertina rigida
Foto: 16 foto in bianco e nero con formato 210 x 148mm
Estensione: 350 pagine
Per
maggiori informazioni potete contattare:
Chris Bradford
Sales & Marketing
Sanctuary Publishing
Tel: +44 (0) 20 8749 9171
email: chris.bradford@sanctuarygroup.com
Thanks
to:
Chris Bradford (Sanctuary
Publishing)
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