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Intervista a Joe Zawinul
di Marco Piretti
Roma, Luglio 2002

Ho piacere di aprire questa nuova versione del sito con una "chicca" che purtroppo per motivi di tempo non ho potuto regalarvi prima.
Ho infatti intervistato Zawinul una terza volta in occasione del suo concerto a Roma del 19 luglio 2002. L'intervista si è svolta in condizioni particolarmente negative, c'era pochissimo tempo (pochi istanti prima del concerto) e il posto non era dei più adatti. Ne è uscita un'intervista molto breve, incentrata soprattutto sul nuovo album "Faces & Places", e comunque molto interessante.
Il giorno successivo (il 20 luglio 2002) ho avuto l'onore di assistere ad un secondo concerto di Joe nella città dove vivo. Il bello è che prima del concerto di Zawinul si è svolto un concerto del gruppo di Wayne Shorter, nello stesso posto! Ho potuto così assistere ad alcune scene simpatiche: l'abbraccio tra Joe e Wayne, l'ascolto assorto del concerto di Shorter da parte di Zawinul, e tante altre.
Beh, bando alle ciance, vi lascio all'intervista.

In questo momento stai lanciando il tuo nuovo album ed e' eccitante, il primo pezzo dell'album e' intitolato "The Search". Sei sempre stato un 'cercatore' nella tua musica, stai ancora cercando qualcosa? E cosa?

Si', ma questo pezzo non riguarda solo la musica. Nell'introduzione di questo pezzo dico: "Viaggiamo in giro per il mondo in cerca di cio' di cui abbiamo bisogno, e poi torniamo a casa per trovarlo". Quindi e' un pezzo sulla vita in generale, non solo sulla musica. Io sono a casa, non ho mai bisogno della mia casa, nel mio cuore sono sempre a casa. Questo pezzo non riguarda solo la musica ma la vita in generale; i giovani vogliono viaggiare, imparare, vogliono cercare quello di cui hanno bisogno, ma possono trovarlo solo a casa; ma se non ti muovi da casa non potrai mai trovarlo. Devi andare lontano, guardarti intorno, e allora quando torni a casa porti con te tutta la tua conoscenza. Quindi non ha molto a che fare con la musica, riguarda il raccontare storie.

Ci hai gia' detto in precedenza che quest'album e' molto diverso dai precedenti, e' molto ballabile e ottimistico...

Si', tutta la mia musica e' ottimistica, ma quest'album e' diverso, ci sono molti suoni diversi e moltissimo canto, degli ottimi cantanti. E' molto bello, devi ascoltarlo.

Abbiamo saputo che "Familiar To Me" era una vecchia composizione che hai usato per questo album. Puoi dirci qualcosa in piu' su questo?

Si', e' un pezzo molto vecchio che ho scritto molto tempo fa, e mi e' capitato di suonarlo per un ottimo cantante, lo conosci? E' Richard Page. Ho lavorato con lui nell'album "The Immigrants" per il pezzo "Shadow and Light". Poi John Lang ha scritto il testo. E' sul disco ed e' molto carino. Parla di quando le persone si sposano e si creano le loro famiglie, poi hanno dei bambini (non ha nulla a che fare con me) e belle famiglie, e si rendono conto che qualcosa manca, e allora torniamo ancora alla ricerca, giriamo il mondo cercando quello di cui abbiamo bisogno, e poi torniamo a casa per trovarlo, e mi e' cosi' familiare... Comunque, quando lo ascolterai capirai.

Hai anche un pezzo dedicato a Cannonball, ricordiamo il famoso "Cannon Ball" che hai registrato su Black Market...

Si', ma questo e' diverso. Su Black Market c'era il mio sentimento di tristezza, abbiamo detto 'arrivederci' a Cannonball perche' fu quando mori', nel 1975. Questo pezzo riguarda lo spirito, non la musica di Cannonball. Non ha nulla a che fare con la musica di Cannonball. Il suo spirito era molto complesso, veniva dalla Chiesa, e credeva veramente in Jessie Jackson, e Jessie Jackson e' all'inizio di questo pezzo mentre parla. E' un pezzo molto complicato, molto interessante, devi ascoltarlo.

C'e' anche Scott Kinsey in veste di assistente alla produzione. Cosa puoi dirci cica il suo lavoro in questo album?

Beh, ha fatto un sacco di lavoro su questo album; sai, ci sono un sacco di parti di chitarra, avevo bisogno di qualcuno che facesse un lavoro di aggiustamento e correzione, ha fatto l'introduzione di Jessie Jackson ed e' stato un lavoro fantastico. Ha fatto un sacco di cose, ma nulla riguardante la parte centrale del disco, il suo e' stato essenzialmente un aiuto, nulla del tipo di suonare o simili. E' un musicista fantastico, ma io avevo bisogno di qualcuno che facesse cose che io non potevo fare, e lui ha fatto un sacco di cose, ho moltissimi musicisti su questo disco e tutti sono eccezionali, Paco Sery ad esempio, tutto quello che ha suonato e' stato perfetto, ma avevo un sacco di parti di chitarra e c'era qualcosa da mettere a posto, lui ha fatto questo importante lavoro per me.

C'e' sempre molta Africa nella tua musica...

Non credo questo. Sento piuttosto che ho un sacco di musicisti africani, ma loro sono molto a loro agio con la mia musica. Non c'e' musica africana in questo disco, cosi' come negli altri. Devi ricordare una cosa che e' molto importante: tutti questi musicisti africani che conosciamo adesso, come Salif Keita o Richard Bona, vengono dai Weather Report, da Black Market, questo e' il punto da dove sono partiti, hanno saputo che c'era una band formata da musicisti bianchi e neri che suonava una nuova musica, una musica diversa comprendente anche suoni di derivazione africana. Puoi chiederlo a loro, puoi chiedere per esempio a Etienne Mbappe', loro sono cresciuti con questa musica. Io non suono musica africana, ho soltanto alcuni musicisti africani.

Uno dei pezzi, "Tower Of Silence", e' collegato in qualche modo al tema della morte. Cosa pensi dell'idea della morte e di un'altra vita dopo di essa?

Si', solo che questo pezzo non riguarda la mia personale relazione con la morte. C'e' una setta in India, chiamata dei Soudras, loro sono solo un passo sopra agli intoccabili, e credono nell'idea che nulla debba essere sprecato. Quindi quando qualcuno muore, lo mettono sopra questa "torre del silenzio" a Bombay, e gli uccelli mangiano il suo corpo, rimane solo lo scheletro. Sono stato a Bombay e ho voluto sapere qualcosa di piu' circa questa torre, qualcuno mi ha raccontato la storia ed io ho scritto un pezzo. E poi c'e' il Nirvana, nell'altra vita.

Grazie.

 

 

Uno speciale ringraziamento a:
Gea Marotta (Emmeci Srl)
 

 

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